Accelerare il percorso verso un’Italia sostenibile
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Intervista a Enrico Giovannini, professore di Economia e Finanza all’Università di Roma “Tor Vergata”, Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)
Perché parteciperà a I Magnifici Incontri CRUI a Udine il 29 e 30 maggio e che cosa si aspetta da questa iniziativa”
L’università italiana ha risposto in modo straordinario all’invito che, come ASviS, abbiamo rivolto tre anni fa ai membri della CRUI per orientare il lavoro degli atenei allo sviluppo sostenibile e all’attuazione dell’Agenda 2030. L’incontro di Udine, dedicato proprio a questo tema, rappresenterà un importante momento per consolidare il lavoro fatto fin qui, per disegnare i prossimi passi e per mandare un messaggio forte e chiaro al resto della società italiana, dimostrando nei fatti come si fa a lavorare tutti insieme, bene e rapidamente, per accelerare il percorso verso un’Italia e un mondo sostenibile da tutti i punti di vista.
Si parla molto di sostenibilità e ognuno dà alla parola il significato che sente più vicino al proprio vissuto. Lei come interpreta la sostenibilità?
Ormai questa idea che ognuno può vedere la sostenibilità a modo suo è stata, per fortuna, spazzata via dall’adozione dell’Agenda 2030, nel settembre del 2015, da 193 paesi al mondo, compresa l’Italia. I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, i 169 target nei quali essi sono articolati, da misurare attraverso oltre 200 indicatori hanno definito con precisione che si parla di una sostenibilità “a tutto tondo”, basata su quattro pilastri: economia, società, ambiente e istituzioni.
Nessuno può più far finta di non sapere che lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione attuale di soddisfare i propri bisogni senza pregiudicare il fatto che la generazione successiva possa fare altrettanto. Non è un caso che siano i giovani a mobilitarsi, perché la sostenibilità è un fatto di giustizia tra generazioni, e quindi strilla chi, giustamente, sa che non avrà le stesse opportunità di chi ha abusato del suo potere a danno delle generazioni successive.
Nella sua veste di coordinatore del gruppo di lavoro “educazione” della RUS, come vede il ruolo delle Università nel garantire una formazione continua centrata sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile?
E’ semplicemente straordinario il fiorire di iniziative dei diversi atenei per corsi generali, specifici e avanzati che trattano (e spesso citano la sostenibilità nel nome) il tema dello sviluppo sostenibile. “Lezioni zero” per tutti gli studenti e il personale dell’ateneo, corsi interdisciplinari, momenti di esperienza concreta di impegno per la sostenibilità che integrano gli insegnamenti formali, scuole estive, come quella organizzata dall’ASviS in collaborazione, tra gli altri, con la RUS. Non credo sia mai avvenuto nulla di simile e il merito è di atenei che talvolta vengono dipinti come troppo ancorati al passato.
Ed è solo l’inizio, anche perché il mercato del lavoro richiede sempre di più figure che abbiano non solo conoscenze specifiche, ma quell’approccio “sistemico” indispensabile per affrontare in maniera integrata le diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile.