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Resoconto del 24 giugno 2021

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente dà al benvenuto al Ministro della Transizione Ecologica, Prof. Roberto Cingolani, che illustra all’Assemblea gli impegni del Governo, i fondi disponibili e gli obiettivi nel breve e nel lungo periodo. Un percorso che aspetta il Paese con due tappe cruciali: il 2030 (riduzione del 55% della CO2 per rispettare gli accordi di Parigi) e il 2050 con la decarbonizzazione (il cosiddetto net zero). In quest’ottica i 5 anni del PNRR rappresentano solo la propulsione iniziale, cruciale però per avviare le frasi successive. 5 anni in cui sarà necessario introdurre circa 30mila nuove professionalità trasversali che non possono che arrivare dall’università. Un’università però più aperta, flessibile, e resa più agile dalla semplificazione normativa. 

“La transizione ecologica rappresenta una grande sfida per il Paese e per l’Europa, che non a caso l’ha indicata tra i punti chiave del Next Generation EU. L’università può dare un contributo decisivo su due fronti: la ricerca scientifica e la formazione di nuove competenze – ha commentato il Presidente Resta – La prima è fondamentale per grandi iniziative di filiera e per progetti pilota che puntino ad allineare l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sociale, accelerando la messa a terra di iniziative di trasferimento tecnologico e aumentandone la massa critica. La seconda è determinante per garantire uno sviluppo a lungo raggio in un’ottica trasversale che va dall’università all’impresa. Serve quindi una maggiore attenzione a temi come il diritto allo studio, così come alla semplificazione normativa e alla mobilità geografica e disciplinare nei percorsi formativi e nelle carriere.”

Situazione legislativa e provvedimenti in corso – Dopo una breve discussione l’Assemblea approva la seguente mozione:
“L’esperienza dei mesi trascorsi ha reso ancora più forte la consapevolezza del ruolo che la ricerca svolge nel Paese e dell'altissimo livello scientifico che la nostra comunità di ricercatori rappresenta nel mondo.
È una difesa della scienza che dobbiamo alla società civile, perché generalizzare e mettere in discussione, spesso pubblicamente, la sua efficacia, è il contrario di ciò di cui ha bisogno il Paese: è il momento di far crescere la consapevolezza del valore della ricerca al di fuori delle aule.

Ogni istituzione che si occupi di ricerca - in qualunque disciplina - è quindi chiamata con rinnovato impegno non solo a sostenere il valore della scienza, ma anche, nel suo ruolo pubblico, a contribuire a identificare, con gli strumenti dell'intelligenza critica, della competenza e del confronto aperto, studi di valore discutibile, privi di qualunque metodologia scientifica: emblematica, al riguardo, la vicenda normativa relativa all’agricoltura biodinamica. 

Dobbiamo difendere il valore della conoscenza, il valore cioè di una scienza plurale, ricca di varietà tematica e metodologica, che tuttavia non può mai prescindere dalla verifica rigorosa dei dati scientifici e della loro interpretazione. Per questo, con la responsabilità che ci deriva dall’essere istituzioni di ricerca ed alta formazione al servizio della collettività, non possiamo tacere la critica a pratiche pseudo scientifiche, che non siano fondate su ricerche rigorose e verificabili.”

Riflessione sull’Università post-Covid - Il Presidente ricorda che al termine dell’Assemblea si terrà un evento di confronto sulle trasformazioni in atto nell'università post Covid.
Saranno previsti un intervento che sintetizza il lavoro di EUA sulle Visioni Europee (Rettori Tira e Ubertini) e uno da parte del Laboratorio permanente sulla Didattica della Fondazione CRUI (Rettore Betta e Prof. Zara)
A seguire saranno programmati interventi di una quindicina di Università che hanno avviato progetti in tal senso.

 

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