Sergio Cavalieri Rettore Università di Bergamo

Resoconto del 26 maggio 2016

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente passa alle comunicazioni informando che nei giorni 29 maggio-2 giugno - su sollecitazione del Governo israeliano - una delegazione della CRUI, guidata dal Rettore Rugge, si recherà in missione in Israele con l’obiettivo di individuare le possibili collaborazioni con le Università e i Centri di ricerca israeliani e rinforzare le collaborazioni esistenti.

DM FFO 2016 e DM Programmazione 2016-2018 - Dopo ampia ed approfondita discussione l’Assemblea approva il seguente parere da inviare al MIUR:
La CRUI negli ultimi anni ha sostenuto con convinzione l’adozione di un sistema di finanziamento che progressivamente abbandonasse la spesa storica a favore di criteri basati sulla premialità e sul costo standard per favorire una sempre maggiore efficienza ed efficacia dell’investimento pubblico nell’istruzione universitaria.

Tale percorso è però avvenuto in corrispondenza di un progressivo e rilevante decremento del finanziamento al sistema universitario e di una repentina e continua modifica della distribuzione degli studenti dovuta agli effetti demografici, alla minore propensione all’accesso alla formazione universitaria e ad una maggiore mobilità degli studenti che hanno fortemente accentuato gli squilibri nel sistema nazionale. Inoltre l’esenzione dalle tasse di iscrizione legata alle politiche di diritto allo studio ricade sui bilanci degli Atenei accentuando le dissimmetrie tra Regioni. A ciò si aggiunge la natura redistributiva e non aggiuntiva della quota premiale che attribuisce risorse in funzione delle performance relative e non assolute degli atenei e che quindi in occasione della nuova VQR 2011-2014 determinerà risultati non prevedibili e non direttamente correlabili ai comportamenti dei singoli Atenei.

La combinazione di questi effetti rende, nei fatti, non attuabile una ulteriore e progressiva riduzione della quota storica senza mettere in discussione la sostenibilità finanziaria di molti Atenei.
Queste criticità sono testimoniate dalla ipotesi prevista di soglie di salvaguardia differenziate per gli Atenei della Sardegna che rappresenta solo una delle aree dove esistono condizioni di insostenibilità del finanziamento. Tali situazioni vanno affrontate con un approccio di sistema.

La CRUI ritiene, come già evidenziato in altre occasioni, che sia necessario un incremento del finanziamento che, al minimo, ripristini la situazione ante2008 ed auspica che il meccanismo di finanziamento sia rivisto nel 2017 per garantire una soglia di sostenibilità finanziaria per tutti gli Atenei. Solo in questo modo si potrà completamente applicare il modello della quota premiale e del costo standard, premiando i comportamenti virtuosi senza mettere in crisi il sistema nazionale universitario con alcuni Atenei in grande difficoltà.

A tutto ciò si aggiunge che, per il protrarsi dello svolgimento della VQR 2011-2014, la definizione dell’importo del finanziamento avverrà tendenzialmente in ritardo rispetto al 2015, quando l’esercizio finanziario 2016 sarà praticamente completato e non sarà possibile effettuare politiche correttive nel caso di tagli rilevanti del trasferimento.

Per tutti questi motivi il 2016 deve essere un anno di transizione per affrontare in maniera sistematica le criticità del sistema ed adottare soluzioni robuste e stabili nel tempo a partire al 2017.
In tale quadro, l’importo dell’FFO 2016, se confrontato con l’importo stanziato nel 2015, è praticamente costante, ma la quota del FFO 2016 che può essere destinata, senza vincoli, al finanziamento del bi-lancio di Ateneo presenta una riduzione pari a 65.921.000 euro, corrispondente all’1,03%. Esistono poi altre risorse che, come negli anni precedenti, andranno a confluire nell’assegnazione complessiva di FFO: queste fonti, tuttavia, o non avranno variazioni rispetto al passa-to, in termini di assegnazione a ciascun Ateneo (vedi, ad esempio, piano straordinario associati) oppure sono attribuite con una finalità ben definita (ad esempio borse di dottorato o di tutorato) e, quindi, ad esse corrisponde una spesa specifica, non potendo tali risorse essere destinate al finanziamento indistinto delle spese di Ateneo. Si aggiungono, poi, quest’anno, i finanziamenti per i due piani straordinari, quello per l’assunzione di ordinari e quello per l’assunzione di ricercatori di tipo b). Ancora una volta, tuttavia, questa entrata perverrà agli Atenei nella misura in cui si attiva nuova spesa, nella stessa identica misura.

Per questo motivo significative riduzioni di trasferimento agli Atenei sono molto difficili da assorbire in presenza di una quota libera ridotta e della ripartenza della dinamica stipendiale per il personale docente e non docente.

A partire da tutte queste considerazioni si suggeriscono le seguenti modifiche nel DM FFO 2016:
All’ Art 2 introdurre una banda di oscillazione per il numero di studenti regolari pari a +/- 2% uguale per tutti gli Atenei. Ridurre la quota del costo standard dal 30% al 28%. 
All’ Art. 3 allineare la soglia di salvaguardia per tutti gli Atenei all’ 1,5%. Mantenere la quota percentuale dell’intervento perequativo a sostegno delle università collegate ad aziende ospedaliere ex gestione diretta (era 15% del perequativo nel 2015) come previsto dalla specifica previsione normativa (art. 11 della L. 240/2010).
All’Art. 5 spostare la scadenza per chiamate dirette ai sensi della Legge 230/2005 e di docenti esterni all’ateneo, prevista per il 29 luglio, al 30 settembre e rendere più flessibili le condizioni di accesso all’incentivo.
All’Art. 10, punto e) si fa riferimento ai dottorati innovativi la cui specifica natura non è ancora definita. Ciononostante una quota consistente del Fondo Borse post lauream (60%) e del Fondo sostegno giovani (10%) è destinata tale tipologia di dottorati. L’applicazione nel 2016 appare critica in quanto i dottorati del ciclo 2016-18 sono già stati accreditati ed in alcuni casi i concorsi già banditi facendo riferimento in fase di bilancio previsionale a queste risorse.
Relativamente ai Consorzi Interuniversitari si auspica che si possano reperire risorse aggiuntive per il loro finanziamento.

Relativamente ai consorzi Garr ed AlmaLaurea si auspica che si possa ripristinare il finanziamento 2015.
Con riferimento al DM Programmazione Triennale si apprezza l’impianto generale che valorizza l’autonomia degli Atenei rendendo flessibile la scelta degli obiettivi di performance. In generale si suggerisce una verifica dell’affidabilità degli indicatori individuati. Nei dettagli si formulano le seguenti osservazioni:
All’ Art. 2, comma 1, lettera C: all’Azione c) (Integrazione del fondo per la premialità dei docenti universitari ai sensi dell’art. 9, secondo periodo, della L. n. 240/2010). L’introduzione di vincoli su docenti beneficiari ed importi può determinare incompatibilità con le singole politiche di Ateneo e si suggerisce di rendere più flessibili questi vincoli. Inoltre l’introduzione della VQR come indicatore non appare appropriata.
All’ Art. 5 (Valorizzazione dell’autonomia responsabile) Comma2, si chiede di poter scegliere obiettivi compresi in tutti e tre gruppi, per rendere più flessibili le politiche di Ateneo, e di avere un meccanismo di attribuzione delle risorse legato ai valori di miglioramento delle performance di ogni Ateneo rispetto ai valori di partenza e non ai valori relativi tra Atenei. Inoltre è indispensabile scegliere indicatori di cui è certa la definizione e di cui vi è una indubbia affidabilità nel reperimento e la certificazione dei dati.

Posizione della CRUI su Human Technopole -  Dopo ampia ed approfondita discussione l’Assemblea approva la seguente lettera da inviare al Presidente Renzi e al Ministro Giannini:
Onorevole Presidente, Onorevole Ministro,
con l’adozione del Piano Nazionale della Ricerca (PNR) 2015-2020 sono state sbloccate risorse, che sebbene ancora inferiori alla media europea ed alle necessità di un settore cruciale per il Paese, sono un segnale concreto di svolta, anche per la focalizzazione degli obiettivi e la concentrazione in aree di intervento. Ma soprattutto è stato riaffermato, con convincimento, il legame virtuoso fra lavoro, ricerca e sviluppo, nonché la necessità di investire con intelligenza e lungimiranza su capitale umano e infrastrutture di ricerca.
Una strategia che connota anche l’ambizioso, seppur embrionale, pro-getto Human Technopole (HT), che potrà, con le opportune misure, rappresentare insieme al PNR un’innovativa esperienza di governo e di valorizzazione della ricerca italiana.
Come Conferenza dei Rettori delle Università italiane intendiamo contribuire al conseguimento degli obiettivi del PNR e al successo del HT. Siamo convinti che una grande infrastruttura scientifica sui temi della salute e della qualità della vita, come quella proposta con il progetto HT, debba fare leva sulle migliori espressioni ed istituzioni della ricerca e dell’innovazione del Paese rappresentando un’imperdibile occasione di rilancio, recupero e riscatto.
Urge, quindi, che il PNR e lo HT diventino laboratori di good governance, ovvero modelli di gestione intelligente, efficace e sostenibile della ricerca pubblica e privata. Per questo, devono essere adottati regole, criteri e metodi riconosciuti ed applicati dalla comunità scientifica inter-nazionale e riassumibili in un concetto chiave: la valutazione competiti-va dei migliori progetti e candidati. E’ pertanto auspicabile convergere su una gestione di HT che eviti i rischi della frammentazione e della dispersione delle risorse, ma al contempo che selezioni il meglio per il Paese con valutazioni comparative delle proposte, delle compagini progettuali e delle macro-aree di intervento.
Per l’ambizione degli obiettivi e la portata degli interventi, Human Technopole può andare oltre i progetti di ricerca e le grandi infrastrutture scientifiche: può diventare un incubatore di buone pratiche, una sfida di modernità che interesserà il presente e il futuro di luoghi, istituzioni, imprese, cittadini. È un leading edge project su cui inevitabilmente saranno misurate e valutate la credibilità, la qualità e lo spesso-re dell’annunciato cambio di passo politico, ma anche l’efficacia della conoscenza posta al centro del cambiamento, a motore di innovazione.
Riteniamo inopportuno attribuire governo e direzione di un tal progetto ad un unico soggetto, di natura privata e individuato senza alcuna va-lutazione comparativa. Se tale indirizzo è stato assunto temendo l’eccessiva complessità e farraginosità in cui operano la ricerca e le università pubbliche, allora il progetto HT diventi la leva per cambiare le regole, per tutti e subito, in modo da potersi confrontare e misurare sullo spessore e sul valore delle idee e dei progetti. Anche proposte gestionali che prevedano una collaborazione pubblico-privata possono essere nuovi strumenti di coinvolgimento e responsabilizzazione del sistema pubblico della ricerca, quel sistema che già oggi permette all’Italia di essere nelle prime posizioni al mondo per produttività di ricerca scientifica.
Siamo certi che la sensibilità e l’attenzione mostrate da questo Governo sapranno interpretare al meglio questa visione, alla quale la CRUI intende collaborare con impegno e passione.”

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