Valerio De Cesaris

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Parere CRUI su FFO

Parere approvato dall'Assemblea Generale della CRUI    

Schema di decreto recante “le linee generali di indirizzo della programmazione delle università per il triennio 2016-2018” e gli indicatori per la valutazione periodica dei risultati” e sullo schema di decreto recante “i criteri per il riparto del FFO delle università per l’anno 2016

[Roma, 26 maggio 2016] La CRUI negli ultimi anni ha sostenuto con convinzione l’adozione di un sistema di finanziamento che progressivamente abbandonasse la spesa storica a favore di criteri basati sulla premialità e sul costo standard per favorire una sempre maggiore efficienza ed efficacia dell’investimento pubblico nell’istruzione universitaria.

Tale percorso è però avvenuto in corrispondenza di un progressivo e rilevante decremento del finanziamento al sistema universitario e di una repentina e continua modifica della distribuzione degli studenti dovuta agli effetti demografici, alla minore propensione all’accesso alla formazione universitaria ed ad una maggiore mobilità degli studenti che hanno fortemente accentuato gli squilibri nel sistema nazionale. Inoltre l’esenzione dalle tasse di iscrizione legata alle politiche di diritto allo studio ricade sui bilanci degli Atenei accentuando le dissimmetrie tra Regioni. A ciò si aggiunge la natura redistributiva e non aggiuntiva della quota premiale che attribuisce risorse in funzione delle performance relative e non assolute degli atenei e che quindi in occasione della nuova VQR 2011-2014 determinerà risultati non prevedibili e non direttamente correlabili ai comportamenti dei singoli Atenei. La combinazione di questi effetti rende, nei fatti, non attuabile una ulteriore e progressiva riduzione della quota storica senza mettere in discussione la sostenibilità finanziaria di molti Atenei.

Queste criticità sono testimoniate dalla ipotesi prevista di soglie di salvaguardia differenziate per gli Atenei della Sardegna che rappresenta solo una delle aree dove esistono condizioni di insostenibilità del finanziamento. Tali situazioni vanno affrontate con un approccio di sistema. La CRUI ritiene, come già evidenziato in altre occasioni, che sia necessario un incremento del finanziamento che, al minimo, ripristini la situazione ante2008 ed auspica che il meccanismo di finanziamento sia rivisto nel 2017 per garantire una soglia di sostenibilità finanziaria per tutti gli Atenei. Solo in questo modo si potrà completamente applicare il modello della quota premiale e del costo standard, premiando i comportamenti virtuosi senza mettere in crisi il sistema nazionale universitario con alcuni Atenei in grande difficoltà. A tutto ciò si aggiunge che, per il protrarsi dello svolgimento della VQR 2011-2014, la definizione dell’importo del finanziamento avverrà tendenzialmente in ritardo rispetto al 2015, quando l’esercizio finanziario 2016 sarà praticamente completato e non sarà possibile effettuare politiche correttive nel caso di tagli rilevanti del trasferimento. Per tutti questi motivi il 2016 deve essere un anno di transizione per affrontare in maniera sistematica le criticità del sistema ed adottare soluzioni robuste e stabili nel tempo a partire al 2017. 

In tale quadro, l’importo dell’FFO 2016, se confrontato con l’importo stanziato nel 2015, è praticamente costante, ma la quota del FFO 2016 che può essere destinata, senza vincoli, al finanziamento del bilancio di Ateneo presenta una riduzione pari a 65.921.000 euro, corrispondente all’1,03%. Esistono poi altre risorse che, come negli anni precedenti, andranno a confluire nell’assegnazione complessiva di FFO: queste fonti, tuttavia, o non avranno variazioni rispetto al passato, in termini di assegnazione a ciascun Ateneo (vedi, ad esempio, piano straordinario associati) oppure sono attribuite con una finalità ben definita (ad esempio borse di dottorato o di tutorato) e, quindi, ad esse corrisponde una spesa specifica, non potendo tali risorse essere destinate al finanziamento indistinto delle spese di Ateneo. Si aggiungono, poi, quest’anno, i finanziamenti per i due piani straordinari, quello per l’assunzione di ordinari e quello per l’assunzione di ricercatori di tipo b). Ancora una volta, tuttavia, questa entrata perverrà agli Atenei nella misura in cui si attiva nuova spesa, nella stessa identica misura. Per questo motivo significative riduzioni di trasferimento agli Atenei sono molto difficili da assorbire in presenza di una quota libera ridotta e della ripartenza della dinamica stipendiale per il personale docente e non docente.

A partire da tutte queste considerazioni si suggeriscono le seguenti modifiche nel DM FFO 2016:
All’ Art 2 introdurre una banda di oscillazione per il numero di studenti regolari pari a +/- 2% uguale per tutti gli Atenei. Ridurre la quota del costo standard dal 30% al 28%. 
All’ Art. 3 allineare la soglia di salvaguardia per tutti gli Atenei all’ 1,5%. Mantenere la quota percentuale dell’intervento perequativo a sostegno delle università collegate ad aziende ospedaliere ex gestione diretta (era 15% del perequativo nel 2015) come previsto dalla specifica previsione normativa (art. 11 della L. 240/2010).
All’Art. 5 spostare la scadenza per chiamate dirette ai sensi della Legge 230/2005 e di docenti esterni all’ateneo, prevista per il 29 luglio, al 30 settembre e rendere più flessibili le condizioni di accesso all’incentivo. All’Art. 10, punto e) si fa riferimento ai dottorati innovativi la cui specifica natura non è ancora definita.

Ciononostante una quota consistente del Fondo Borse post lauream (60%) e del Fondo sostegno giovani (10%) è destinata tale tipologia di dottorati. L’applicazione nel 2016 appare critica in quanto i dottorati del ciclo 2016-18 sono già stati accreditati ed in alcuni casi i concorsi già banditi facendo riferimento in fase di bilancio previsionale a queste risorse. Relativamente ai Consorzi Interuniversitari si auspica che si possano reperire risorse aggiuntive per il loro finanziamento. Relativamente ai consorzi Garr ed AlmaLaurea si auspica che si possa ripristinare il finanziamento 2015. Con riferimento al DM Programmazione Triennale si apprezza l’impianto generale che valorizza l’autonomia degli Atenei rendendo flessibile la scelta degli obiettivi di performance. In generale si suggerisce una verifica dell’affidabilità degli indicatori individuati. Nei dettagli si formulano le seguenti osservazioni:

All’ Art. 2, comma 1, lettera C: all’Azione c) (Integrazione del fondo per la premialità dei docenti universitari ai sensi dell’art. 9, secondo periodo, della L. n. 240/2010). L’introduzione di vincoli su docenti beneficiari ed importi può determinare incompatibilità con le singole politiche di Ateneo e si suggerisce di rendere più flessibili questi vincoli. Inoltre l’introduzione della VQR come indicatore non appare appropriata.
All’ Art. 5 (Valorizzazione dell’autonomia responsabile) comma 2, si chiede di poter scegliere obiettivi compresi in tutti e tre gruppi, per rendere più flessibili le politiche di Ateneo, e di avere un meccanismo di attribuzione delle risorse legato ai valori di miglioramento delle performance di ogni Ateneo rispetto ai valori di partenza e non ai valori relativi tra Atenei. Inoltre è indispensabile scegliere indicatori di cui è certa la definizione e di cui vi è una indubbia affidabilità nel reperimento e la certificazione dei dati.


Scarica gli allegati:
DM FFO 2016
DM programmazione triennale 16_18

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Human Technopole: sono la competizione aperta e la sinergia pubblico-privato le chiavi per il futuro

Di seguito la lettera di Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI, al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Università 

Onorevole Presidente, Onorevole Ministro,
con l’adozione del Piano Nazionale della Ricerca (PNR) 2015-2020 sono state sbloccate risorse, che sebbene ancora inferiori alla media europea ed alle necessità di un settore cruciale per il Paese, sono un segnale concreto di svolta, anche per la focalizzazione degli obiettivi e la concentrazione in aree di intervento. Ma soprattutto è stato riaffermato, con convincimento, il legame virtuoso fra lavoro, ricerca e sviluppo, nonché la necessità di investire con intelligenza e lungimiranza su capitale umano e infrastrutture di ricerca.
Una strategia che connota anche l’ambizioso, seppur embrionale, progetto Human Technopole (HT), che potrà, con le opportune misure, rappresentare insieme al PNR un’innovativa esperienza di governo e di valorizzazione della ricerca italiana.
Come Conferenza dei Rettori delle Università italiane intendiamo contribuire al conseguimento degli obiettivi del PNR e al successo del HT. Siamo convinti che una grande infrastruttura scientifica sui temi della salute e della qualità della vita, come quella proposta con il progetto HT, debba fare leva sulle migliori espressioni ed istituzioni della ricerca e dell’innovazione del Paese rappresentando un’imperdibile occasione di rilancio, recupero e riscatto.
Urge, quindi, che il PNR e lo HT diventino laboratori di good governance, ovvero modelli di gestione intelligente, efficace e sostenibile della ricerca pubblica e privata. Per questo, devono essere adottati regole, criteri e metodi riconosciuti ed applicati dalla comunità scientifica internazionale e riassumibili in un concetto chiave: la valutazione competitiva dei migliori progetti e candidati. E’ pertanto auspicabile convergere su una gestione di HT che eviti i rischi della frammentazione e della dispersione delle risorse, ma al contempo che selezioni il meglio per il Paese con valutazioni comparative delle proposte, delle compagini progettuali e delle macro-aree di intervento.
Per l’ambizione degli obiettivi e la portata degli interventi, Human Technopole può andare oltre i progetti di ricerca e le grandi infrastrutture scientifiche: può diventare un incubatore di buone pratiche, una sfida di modernità che interesserà il presente e il futuro di luoghi, istituzioni, imprese, cittadini. È un leading edge project su cui inevitabilmente saranno misurate e valutate la credibilità, la qualità e lo spessore dell’annunciato cambio di passo politico, ma anche l’efficacia della conoscenza posta al centro del cambiamento, a motore di innovazione.
Riteniamo inopportuno attribuire governo e direzione di un tal progetto ad un unico soggetto, di natura privata e individuato senza alcuna valutazione comparativa. Se tale indirizzo è stato assunto temendo l’eccessiva complessità e farraginosità in cui operano la ricerca e le università pubbliche, allora il progetto HT diventi la leva per cambiare le regole, per tutti e subito, in modo da potersi confrontare e misurare sullo spessore e sul valore delle idee e dei progetti. Anche proposte gestionali che prevedano una collaborazione pubblico-privata possono essere nuovi strumenti di coinvolgimento e responsabilizzazione del sistema pubblico della ricerca, quel sistema che già oggi permette all’Italia di essere nelle prime posizioni al mondo per produttività di ricerca scientifica.
Siamo certi che la sensibilità e l’attenzione mostrate da questo Governo sapranno interpretare al meglio questa visione, alla quale la CRUI intende collaborare con impegno e passione.
Con i migliori saluti.

 

 

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Resoconto del 17 marzo 2016

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente passa alle comunicazioni informando che, con riferimento alla “Primavera delle Università” in programma il 21 marzo, la CRUI nei prossimi giorni invierà a tutti i Rettori – oltre al documento programmatico - anche un breve video introduttivo, pensato per far leva sulle emozioni dei presenti, e una serie di infografiche da utilizzare come slide di presentazione o come strumento di comunicazione on e off line.

Intervento del Ministro Prof.ssa Sen. Stefania Giannini - Interviene alla seduta il Ministro dell’Università e della Ricerca, Prof.ssa Sen. Stefania Giannini, che prende in esame le principali tematiche attualmente in discussione riguardanti il sistema universitario, anche su sollecitazione degli interventi di numerosi Rettori.
Parere sulla determinazione del fabbisogno finanziario del sistema universitario per il 2016 -  L’Assemblea approva la proposta presentata dal MIUR riguardante la determinazione del fabbisogno finanziario del sistema universitario per il 2016.

Attivazione scuole specializzazione area sanitaria non mediche - L’Assemblea dà mandato al Rettore Novelli di predisporre la seguente mozione riguardante l’attivazione di scuole di specializzazione di area sanitaria non mediche:
“La CRUI,
• preso atto dei contenuti del DM 4 febbraio 2015, n.68, recante il Riordino delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria, ed in particolare l’art.1, comma 3, che prevede che “con successivo provvedimento, da emanarsi entro e non oltre 60 gg, saranno individuate le scuole di specializzazione di area sanitaria ad accesso misto, nonché gli ordinamenti didattici destinati ai soggetti in possesso di titolo di studio diverso dalla laurea magistrale in medicina e chirurgia”,

• preso atto che il medesimo Decreto reca gli ordinamenti didattici delle scuole di specializzazione che consentono l’accesso a laureati magistrali in farmacia e fisica,

• valutato che il DL 30 Dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della Legge 23 Ottobre 1992, n. 421), nel comma 3, articolo 15 del Titolo V, dispone l’obbligatorietà del possesso del titolo di specializzazione anche per i laureati “non medici”, tra i requisiti indispensabili per la partecipazione ai concorsi per i ruoli dirigenziali del Sistema Sanitario Nazionale, nonché per l’accesso al lavoro nelle strutture private accreditate, e che pertanto all’Università compete l’onere di rendere disponibile tale livello di formazione a tutti gli aventi diritto,


• considerato che la Legge n. 401/2000 art. 8, comma 1 prevedeva che “Il numero di laureati appartenenti alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi iscrivibili alle scuole di specializzazione post-laurea è determinato ogni tre anni secondo le medesime modalità previste per i medici dall’articolo 35 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, ferma restando la rilevazione annuale del fabbisogno anche ai fini della ripartizione annuale delle borse di studio nell’ambito delle risorse già previste”,


• valutato che la Sentenza della Sezione VI del Consiglio di Stato n. 6037 del 17 dicembre 2013 seguita da Giudizio di ottemperanza, ha obbligato le Università del Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Marche e Trentino a riaprire i bandi per le scuole di specializzazione, bloccati da oltre cinque anni, per i laureati non medici,


• avuto riguardo al fatto che i bandi per le scuole di specializzazione per i laureati non medici sono ormai bloccati in tutto il Paese da ormai due anni, sia nelle more della emanazione del citato decreto ex art.1 c.3 del D.M. 4 febbraio 2015, n.68, sia in base alla considerazione dei ricorsi presentati da specializzandi che hanno richiesto di vedere riconosciuto il trattamento economico attribuito ai medici per la frequenza dei corsi di specializzazione,


• considerato che i ricorsi presentati da ormai diversi anni non hanno mai avuto conclusione positiva per i ricorrenti, ma anzi i tribunali li hanno sin ad oggi rigettati sulla base della normativa vigente che obbliga a conferire il trattamento economico ai soli laureati in medicina e chirurgia,


• preso atto che per effetto del blocco dei bandi ormai migliaia di laureati magistrali sono stati posti nella condizione di non poter entrare nei percorsi di formazione specialistica, con ciò ledendo un fondamentale diritto costituzionale,


di fronte a tale scenario, non può esimersi dall’esprimere la propria più viva preoccupazione per le ricadute gravissime che la situazione che si è determinata sta provocando su migliaia di laureati magistrali che vedono leso un fondamentale diritto alla formazione, nonché sui danni che si stanno determinando per il Servizio Sanitario Nazionale, che vede rarefarsi figure professionali essenziali per l’assistenza e per la ricerca in campo biomedico, per le discipline di patologia e biochimica clinica, genetica umana, microbiologia e virologia, scienze dell’alimentazione, epidemiologia, farmacia, fisica medica, veterinaria, odontoiatria, etc., rendendo prospetticamente impossibile il turn over di figure professionali essenziali per il sistema nel suo complesso;


La CRUI ritiene che tale situazione richieda interventi immediati che prendano atto, nell’attuale fase economica del Paese, dell’impossibilità di procedere al riconoscimento del trattamento di borsa di studio già previsto per i laureati in medicina e chirurgia anche per biologi, chimici, fisici, farmacisti, psicologi, odontoiatri e veterinari, e che pertanto vadano ricercate con massima urgenza soluzioni alternative che prevedano un regime diverso per l’erogazione della formazione specialistica ai laureati diversi da quelli in medicina e chirurgia;


La CRUI considera opportuno ricercare una soluzione che, rimuovendo nella attuale fase la problematica connessa alla rivendicazione, connessa ai citati ricorsi giurisdizionali, di trattamento economico , sia altresì necessario non procedere per almeno cinque anni accademici alla determinazione dei fabbisogni di specializzandi per tali categorie e ciò a seguito del blocco formativo poliennale che ha impedito che migliaia di laureati magistrali potessero concorrere a tale modalità di formazione universitaria;


La CRUI, alla luce di quanto esposto, ritiene necessario richiedere al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, di procedere, nelle more di un più complessivo riordino della materia in un mutato quadro di risorse economiche, a conseguire l’immediata l’abrogazione  dell’art. 8, comma 1, della Legge n. 401/2000, con ciò rimuovendo le cause che sono alla base del blocco dei bandi di formazione specialistica per i laureati magistrali non medici che ne hanno inalienabile diritto, e consentendo l’immediata promulgazione dei bandi stessi, anche superando la determinazione dei fabbisogni formativi prevista dalla medesima norma;


La CRUI infine, avuto riguardo al fatto che i contenziosi posti in essere non hanno prodotto alcun effetto, ma anzi hanno determinato solo sentenze che hanno negato il trattamento economico a fronte del vigente contesto normativo, nelle more dell’attuazione dell’intervento legislativo indicato, ritiene essenziale che si prevenga allo sblocco dell’attuale situazione procedendo, subito dopo la pubblicazione del decreto relativo agli ordinamenti didattici, all’avvio dei bandi di accesso alle scuole secondo le modalità procedurali previgenti ovvero procedendo a concorsi di ammissione per scuola di specialità”.

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Composizione del Gruppo di Lavoro

Biblioteche e Didattica

CAVALIERI Piero - Castellanza LIUC - Coordinatore

  • COPPOLA Paola
    Roma Tor Vergata
  • DE VESCOVI Patrizia
    Palermo
  • MIGLIORE Sandra
    Università di Torino
  • NICOTRA Valeria
    Sassari
  • PERUZZI Marcella
    Urbino
  • PETRUZZELLI Vincenzo
    Bari Politecnico
  • RICUPERATI Annalisa
    Torino
  • ROVELLI Roberto
    Palermo
  • SCARAMUZZINO Manuela
    Cassino
  • SCOLLO LAVIZZARI Marco
    Roma LUSPIO
  • STACCONE Lucia
    Roma Tre
  • TAMMONE Isabella
    Foggia
  • TESTONI Laura
    Genova
  • TUFANO Gabriella
    Roma Sapienza
  • VALENTINO Daniela
    Salerno
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