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È morto Papa Francesco

Il sistema universitario italiano si unisce al profondo cordoglio della comunità cattolica per il decesso di Sua Santità Papa Francesco, annunciato stamattina dalla Santa Sede.

Un Papa riformista e un uomo vicino da sempre agli ultimi della Terra, che credeva fermamente nell’università in quanto istituzione che ha il compito di “allargare i confini e diventare uno spazio aperto per l'uomo e per la società.”

Alle società umane viene meno un punto di riferimento importante per la mitigazione delle ingiustizie sociali e la risoluzione pacifica dei conflitti.

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Dopo il PNRR? Insieme per il futuro

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“Il nodo centrale è costruire un ponte di fiducia fra università, imprese e investitori istituzionali – ha detto Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI, aprendo l’incontro – Una collaborazione stretta e coesa, nell’ambito della quale l’autonomia del ricercatore non è mai messa in discussione. Il futuro dei nostri progetti PNRR deve fondarsi su questa collaborazione. Su questa fiducia. Solo così sarà realmente possibile riuscire a mettere la ricerca al servizio del paese e riposizionare l’Italia fra i paesi ad alto tasso di innovazione.”

Si è tenuto ieri presso la sede CRUI e online “Insieme per il Futuro", incontro focalizzato sul futuro post-PNRR e sull'innovazione. L'incontro ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle università, delle imprese e delle istituzioni, con l'obiettivo di discutere le strategie per mantenere vivi i 34 progetti del PNRR (che vedono coinvolte le università) e promuovere la crescita e la competitività del paese.

La Presidente della CRUI, Giovanna Iannantuoni, ha aperto l'evento sottolineando l'importanza di valutare i progetti PNRR e di immaginare una rete di attori diversi per aumentare la competitività delle imprese italiane grazie all’interfaccia con la ricerca. Ha inoltre evidenziato la necessità di cambiare il linguaggio da "trasferimento tecnologico" a "innovazione" e di coinvolgere le università nei processi che conducono all'innovazione tecnologica.

Riccardo di Stefano di Confindustria e Alessandro Scortecci di Cassa Depositi e Prestiti hanno discusso dell'importanza del sistema delle imprese e del venture capital per l'innovazione e la competitività, e la necessità di investimenti in ricerca e sviluppo.

Matteo Lorito, Rettore della Federico II di Napoli, ha presentato il progetto Agritech, evidenziando le collaborazioni con altre università e aziende e l'importanza della formazione per la creazione di nuove tecnologie. Marco Mancini della Sapienza ha discusso le sfide e i successi del partenariato esteso Change, unico nella sua natura principalmente “umanistica”, mentre Stefano Paleari ha parlato della multidisciplinarietà e della collaborazione tra università e imprese per affrontare le sfide sanitarie. Francesco Priolo, Rettore di Catania, ha discusso gli ecosistemi dell'innovazione, evidenziando l'importanza della collaborazione territoriale e della sinergia scienza e imprenditoria. Fabio Fava ha sottolineato l'importanza di partecipare ai programmi europei di ricerca e innovazione, evidenziando la necessità di rafforzare la presenza italiana nei comitati di Bruxelles. Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR, ha sottolineato la necessità di pensare oltre la spesa e di valorizzare l'eredità e l'impatto dei progetti PNRR sul territorio italiano.

L'evento ha rappresentato un'importante occasione di confronto e collaborazione, con l'obiettivo di immaginare un modello scalare che porti i progetti PNRR dalla fase di start-up a quella dell’auto-sostenibilità.


Roma, 18 aprile 2025

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La CRUI al Forum Imprenditoriale, Scientifico e Tecnologico Italia-India

New Delhi, 10-11 aprile 2025. Il “Forum Imprenditoriale, Scientifico e Tecnologico Italia-India”, organizzato dal MAECI in collaborazione con ICE, ha rappresentato una incredibile opportunità di collaborazione fra i due Paesi. L’evento ha riunito il mondo imprenditoriale, quello della scienza e quello dell’alta formazione, con l'obiettivo di favorire il dialogo e la collaborazione tra Italia e India nel campo della ricerca e dell'innovazione.

Il primo giorno sono stati organizzati diversi tavoli di lavoro su temi cruciali come Industria 4.0, Transizione energetica e verde, Infrastrutture e Trasporti, e Tecnologie innovative. I lavori hanno inteso esplorare modalità efficaci per trasferire la ricerca di base e precompetitiva verso realtà economiche e aziendali, rendendo l'innovazione scientifica un motore di sviluppo industriale e imprenditoriale. La collaborazione tra Italia e India è apparsa un'opportunità importante per valorizzare le eccellenze delle rispettive istituzioni di formazione e di ricerca, incentivare lo scambio di talenti e promuovere la creazione di un ecosistema imprenditoriale innovativo.

Il secondo giorno del Forum ha visto la partecipazione di figure istituzionali di alto livello, tra cui il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, il Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il Ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar e il Ministro dell'Industria e del Commercio indiano Piyush Goyal. La riunione ha avuto l'obiettivo di mappare ambiti e modalità efficaci di collaborazione tra Italia e India, con focus tematici e interventi mirati. Alcuni eventi conviviali e momenti di networking hanno permesso di esplorare possibili nuove intese bilaterali tra i rappresentanti di università e di centri di ricerca.

La CRUI ha partecipato alla missione tramite una Delegazione ufficiale che ha visto la partecipazione di cinque rettori: Tiziana Lippiello (Università Ca’ Foscari Venezia e Delegata CRUI per le Relazioni Internazionali), Francesco Cupertino (Politecnico di Bari e componente della Giunta CRUI), Sergio Cavalieri (Università di Bergamo), Stefano Corgnati (Politecnico di Torino), Eugenio Guglielmelli (Università Campus Bio-Medico di Roma).

Il Forum ha rappresentato un passo significativo verso una collaborazione più stretta tra Italia e India, promuovendo l'innovazione scientifica e tecnologica come motore di sviluppo economico e imprenditoriale.

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Microcredenziali: formazione flessibile e futuro dell’università

La presidente CRUI Iannantuoni: “Sono un tassello di una strategia molto più ampia e urgente per colmare il divario tecnologico e di competenze con i nostri principali concorrenti, Cina e Stati Uniti”. Il rettore Mc Court: “Strumenti fondamentali per costruire alleanze europee e percorsi formativi personalizzati”.

Le microcredenziali sono la prossima scommessa del sistema universitario nazionale ed europeo: è quanto emerso dal convegno internazionale promosso dall’Università di Macerata e dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) che si è tenuto oggi a Macerata e ha visto la partecipazione di esperti nazionali e internazionali. Le microcredenziali stanno rivoluzionando il modo in cui acquisiamo competenze, offrendo percorsi formativi brevi, mirati e riconosciuti a livello professionale. A differenza dei tradizionali diplomi o lauree, queste certificazioni si concentrano su competenze mirate, permettendo di aggiornarsi rapidamente in un mondo del lavoro in continua evoluzione.

Le microcredenziali – ha sottolineato la presidente della CRUI Giovanna Iannantuoni in collegamento da Milano – rappresentano un tassello fondamentale di una strategia molto più ampia di cui il nostro Paese e l'Europa hanno urgente bisogno per colmare il divario tecnologico e di competenze con i nostri principali concorrenti: Cina e Stati Uniti. Negli ultimi vent'anni, la competitività delle imprese europee, in settori chiave e strategici come l'intelligenza artificiale e la tecnologia applicata all'energia, ha subito un calo significativo. Come invertire questa tendenza? Attraverso la formazione del capitale umano e l’innovazione tecnologica che deriva dalla ricerca e in questo i nostri Atenei svolgono un ruolo chiave. È necessario che le competenze acquisite siano certificate e riconosciute a livello internazionale e la CRUI è allineata su questo fronte”.

Come ha evidenziato il rettore John Mc Court, queste nuove forme di certificazione consentono di “rafforzare la mobilità studentesca, facilitare l'apprendimento permanente e migliorare la capacità delle università di rispondere alle nuove esigenze educative e professionali”. Mc Court ha anche rimarcato come le microcredenziali siano essenziali per creare alleanze europee e percorsi formativi personalizzati, permettendo agli studenti di combinare competenze da diverse istituzioni. Per essere efficaci, è necessario un sistema europeo che ne garantisca il valore e la comparabilità e tecnologie innovative in grado di assicurare pari opportunità di accesso a tutti. Con oltre tremila studenti iscritti ai corsi di scienze della formazione, più di mille ai servizi di e-learning e quasi cento ai primi due cicli del dottorato nazionale in “Teaching and Learning Sciences”, che coinvolge più di 30 atenei italiani, l’Università di Macerata si conferma all'avanguardia nell'innovazione didattica.

Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze, membro della giunta Crui e coordinatrice del gruppo della didattica, ha invece discusso le sfide legate all'integrazione delle microcredenziali nel sistema educativo italiano, caratterizzato da numerosi vincoli e regole. “Dobbiamo ripensare ai nostri modelli educativi ed aprirci a modelli di apprendimento applicabili durante tutto l’arco della vita” ha detto Giorgio Calcagnini, rettore dell'Università di Urbino e anche lui in giunta Crui, ha parlato dell'implementazione degli open badge nel suo ateneo e del Teaching and learning center. Maria Pia d’Angelo, ha portato il saluto del rettore Liborio Stuppa dell’Università D’Annunzio Chieti Pescara.

La prima sessione del convegno ha affrontato il ruolo delle microcredenziali nell’integrazione tra formazione accademica e competenze per il mercato del lavoro. Marilena Maniaci dell’Anvur ha sottolineato l’importanza di standard qualitativi, mentre Luca Lantero di Cimea ha approfondito il tema del riconoscimento dei crediti a livello internazionale. Bruna Vives di Erua ha presentato casi concreti di collaborazione tra atenei europei, evidenziando come queste certificazioni possano favorire la mobilità studentesca. A seguire, Mairéad Nic Giolla Mhichíl ha illustrato il modello del consorzio Eciu, basato su microcredenziali modulari e personalizzabili, mentre Marta Ghisi, di Ruiap, ha discusso le sfide per le università italiane, tra cui la necessità di maggiore interoperabilità dei sistemi e il coinvolgimento delle imprese. Nel pomeriggio, due panel hanno animato il dibattito. Il primo, moderato da Edith Cognigni, ha visto protagoniste università come Trento, Ca’ Foscari e Chieti-Pescara, che hanno condiviso best practice sull’implementazione di percorsi brevi e riconosciuti a livello transnazionale. Il secondo panel, guidato da Laura Vagni, ha invece approfondito l’impatto delle microcredenziali negli atenei italiani, con interventi di docenti e ricercatori delle università di Cagliari, Urbino, Politecnica delle Marche e Camerino. Tra i temi emersi: l’adattamento ai bisogni degli studenti lavoratori, l’inclusività e l’allineamento con le richieste del mondo professionale.

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