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AES 2015 Anno Europeo per lo Sviluppo 2015

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AES 2015 Anno Europeo per lo Sviluppo 2015

Con Decisione del Consiglio e del Parlamento Europeo, il 2015 è stato dichiarato Anno Europeo per lo sviluppo, con l’obiettivo di informare, sensibilizzare e coinvolgere i cittadini europei sui temi della cooperazione allo sviluppo. La CE ha creato un sito ad hoc, a cui la DGCS del MAECI ha contributo per la pagina in italiano: https://europa.eu/eyd2015/it . Nell’ambito del Programma Nazionale di Lavoro, la DGCS ha affidato alla CRUI la realizzazione e il coordinamento di una specifica azione relativa al settore accademico (European Year of Development 2015. National Work Program. Activity 3 - DEVCOM/2014/353-803):

Università e Cooperazione allo Sviluppo: un partenariato strategico
Seminari di sensibilizzazione sul tema dello sviluppo e dell’Agenda 2030

Si tratta di un ciclo di tre seminari accademici di sensibilizzazione e di coinvolgimento del territorio sui temi dello sviluppo, dell’Agenda 2030 e sul ruolo delle università per lo sviluppo, che si è articolato secondo il seguente calendario:

Genova (16 settembre 2015)Corso di Ateneo in Cooperazione internazionale allo Sviluppo.
Palermo (26 Ottobre 2015) 
Siena (11 dicembre 2015 

Tra le ricadute più significative del progetto, è stata la possibilità di assegnare delle borse di studio a giovani laureati o laureandi degli atenei coinvolti per seguire attività formative e tirocini pratici nell’ambito della cooperazione.

Comunicati stampa 
Rassegna stampa

Anno Europeo per lo Sviluppo 2015

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Seminario del 12-13 maggio

ESPERIENZE LAVORATIVE DEI DIPLOMATI AFAM E RUOLO DELLA MOBILITÀ INTERNAZIONALE
Seminario dedicato all’analisi degli esiti occupazionali dei diplomati AFAM, con particolare riferimento agli effetti della mobilità internazionale e all'innovazione didattica sviluppata attraverso la cooperazione internazionale.  

Presentazione dl seminario Le attività di formazione e placement offerte dalle Istituzioni Afam ai propri studenti, creano ambienti di apprendimento innovativi e sviluppano nuove competenze, che si rivelano utili ad ampliare le opportunità di occupazione e di lavoro autonomo dei diplomati AFAM.

Il seminario intende presentare gli esiti di un’indagine svolta da AlmaLaurea sulla condizione lavorativa dei diplomati AFAM con esperienze di formazione internazionale: i dati emersi dall’indagine costituiscono la base di una riflessione comune, intesa a verificare l’ipotesi che le esperienze internazionali contribuiscano a sviluppare specifiche competenze personali e professionali utili ad aprire nuovi sbocchi lavorativi per i diplomati.

I lavori prevedono la discussione degli elementi evidenziati dall’indagine di AlmaLaurea nell’ambito di una Tavola Rotonda cui partecipano Direttori di varie istituzioni AFAM. Le testimonianze dirette di altre tipologie di attori del settore artistico-musicale italiano prevedono interviste a operatori del settore impegnati nel reclutamento di giovani artisti/musicisti, diplomati AFAM e docenti responsabili di specifici programmi di formazione che offrono agli studenti opportunità di esperienze e contatti a livello internazionale.

Destinatari I Direttori delle Istituzioni AFAM I Referenti AFAM per la promozione della EHEA/Progetto CHEER I Responsabili per i progetti di mobilità delle Istituzioni AFAM.

Risultati attesi L’approccio del seminario non è solo quantitativo ma anche qualitativo e intende individuare una tipologia di attività internazionale che possa facilitare l'occupazione, fornire esempi di buone pratiche istituzionali e descrivere le nuove competenze sviluppate dai singoli diplomati.

Programma 

Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Documenti di lavoro: - Il comunicato di Yerevan http://www.processodibologna.it/wp-content/uploads/2015/06/Comunicato-di-Yerevan_IT-DEF.pdf

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CRUI: Lontana da ogni possibile convergenza la proposta della Commissione Salute su DDL delega ex art.22 Patto Salute

La proposta della Commissione Salute in merito al disegno di legge delega ex art. 22 del Patto per la Salute presentata in data 4 maggio al confronto con Ministeri e Organizzazioni Sindacali è oggettivamente posizionata a circa un parsec (3,26 anni luce) da una possibile mediazione – ha dichiarato il Prof. Giuseppe Novelli Vice-Presidente CRUI e delegato alla Sanità. Un documento incompleto, e in palese contraddizione con la normativa vigente, che in tema di formazione propone uno scenario incomprensibile, con un doppio binario formativo che penalizza coloro che percorrono l’iter formativo ordinario (universitario completo) rispetto ad altri che entrano direttamente nel sistema in assenza del requisito, indirizzati su un binario incerto in condizioni operative di vero e proprio demansionamento sostanziale.

Tutto questo in un confuso corollario di espressioni che tenderebbero a valorizzare la formazione in sede ospedaliera, con un impianto che rappresenta un oggettivo arretramento rispetto alle disposizioni previgenti in materia, a partire dall’art.6 del D.Lgs 502/92 e s.m.i., come altresì ulteriormente specificate  con la legge 8 novembre 2013, n. 128, art. 21. Non è infatti con la concorrenza al ribasso, in cui chi meglio viene formato, viene allo stesso tempo messo in condizioni peggiori per l’accesso al sistema, saturato in parte dal percorso gestito dalle regioni e chi invece fa la scorciatoia viene usato come vero e proprio tappabuchi in un sistema che evidentemente presenta delle falle importanti.

La CRUI chiederà al Ministro dell’Università di respingere il metodo di confronto adottato dalla Commissione Salute delle regioni, sospendendo i lavori sino a quando non siano ripristinate condizioni consone ad un confronto di tipo istituzionale.

La CRUI ritiene infatti che le disposizioni del  D.Lgs 502/92, ribadite dalla Legge n.128/13, prefigurino assetti che superano largamente in avanti le proposte delle regioni e dei sindacati.
Si dovrà perciò operare all’interno del quadro normativo previgente, definendo norme cogenti che garantiscano un modello formativo che obbligatoriamente preveda che la formazione specialistica dei medici, ma anche dei veterinari, biologi, chimici, fisici, farmacisti, odontoiatri e psicologi, , inopinatamente esclusi dalla Commissione salute, si svolga all’interno delle strutture e dei servizi del S.S.N.
Tale modalità formativa innovata con la previsione obbligatoria di reti formative che coinvolgano le strutture ed i servizi dell’SSN, in possesso dei requisiti previsti per la formazione, può cogliere e superare gli obiettivi che le Regioni si erano proposte con l’art.22 del Patto salute.

Al riguardo pare infine opportuno precisare – ha concluso Novelli che le nuove risorse che le Regioni prevedevano di impiegare nell’inaccettabile  modello formativo “a doppio binario, potrebbero invece essere pienamente utilizzate per migliorare ed incrementare un modello formativo di specializzazione incentrato sulle strutture e sui servizi dell’SSN.

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Vittime di naufragio: Università italiane collaboreranno al riconoscimento

Vittime di naufragio: Università italiane collaboreranno al riconoscimento. Siglato Protocollo Difesa-Miur-Commissario per le persone scomparse

Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini e il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Vittorio Piscitelli, hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per estendere all’intero sistema delle Università italiane la collaborazione istituzionale, già iniziata con le Università degli Studi di Milano, Catania, Messina e Palermo, per il riconoscimento e l’identificazione dei corpi senza identità appartenenti a cittadini stranieri vittime del tragico naufragio del 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia, nel quale hanno perso la vita circa 800 persone.

Le Università italiane, attraverso la Conferenza dei Rettori, prenderanno parte, su base volontaria, alle attività medico-legali per l’identificazione delle vittime. Specifiche professionalità nel campo della medicina legale e della patologia forense, nonché in quello della genetica forense presteranno la propria opera senza gravare sul bilancio dello Stato. Oltre venti atenei hanno già dato la loro adesione. L’operazione umanitaria, fortemente voluta dal Governo, consolida la tradizionale vocazione dell’Italia quale Paese di accoglienza e porta d’ingresso “sicura”  dell’Europa.



 

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