La nuova primavera dell'università di Sassari

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Resoconto del 21 ottobre 2020

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente passa alle comunicazioni, informando che è stata richiesta al MUR una proroga sulla scadenza del 10 novembre del Decreto riguardante le misure per l’emergenza.

Situazione normativa e provvedimenti in corso - Dopo ampia ed approfondita discussione l’Assemblea approva il seguente documento da inviare al Ministro Manfredi:

“L’Assemblea della CRUI riunitasi in data 21 ottobre in modalità telematica ha avviato un’ampia analisi sulla situazione della formazione e della ricerca delle Università italiane in relazione all’attuale stato emergenziale e alle esigenze attese quando tale situazione emergenziale sarà conclusa. La Conferenza, allo scopo di dare un fattivo contributo alle politiche universitarie di codesto Ministero, ha ritenuto di sottolineare oggi alcuni elementi di prioritaria importanza, in vista della legge di stabilità attualmente in fase di definizione.

• La Conferenza ha da subito riconosciuto la tempestività con cui codesto Ministero è intervenuto con il Decreto-legge, noto come “Rilancia Italia”, per supportare l’accesso alla formazione universitaria degli studenti. L’estensione della “no tax area” e il supporto al DSU sono state risposte concrete. È però oggi importante che tale azione, nella misura di 165ml€ e 40ml€ rispettivamente per la “no tax area” e il supporto al DSU, sia confermata per i prossimi anni accademici per far fronte alle ripercussioni economiche e sociali, che la pandemia avrà in futuro.

• La crisi sanitaria ha evidenziato l’esigenza di garantire, in modo sostenibile, le borse di specializzazione. In continuità a quanto fatto quest’anno, si richiede di prevedere il finanziamento di almeno 13200 contratti statali di formazione per le scuole di specializzazione di area sanitaria, per almeno un triennio, per il riassorbimento del cosiddetto “imbuto formativo” realizzatosi nel corso degli ultimi anni.

• La Conferenza apprezza il piano straordinario di ricercatori B messo in atto dal Ministero. Ciò nonostante, segnala che è necessario potenziare il reclutamento di giovani ricercatori junior e di dottorandi, una azione urgente per cogliere le future esigenze di ricerca e di innovazione, per non creare sbilanci generazionali nelle pianificazioni del futuro reclutamento e, infine, per allinearsi agli standard internazionali di risorse investite in ricerca e alta formazione, fornendo un segnale importante di attenzione da parte del nostro Paese alla figura professionale del ricercatore. Analogamente la Conferenza richiama l’esigenza di nuove professionalità per la gestione tecnica e amministrativa degli Atenei in un momento storico di grande trasformazione e invita a un piano per il potenziamento del personale tecnico amministrativo.

• In vista del nuovo piano Horizon Europe, è indispensabile predisporre un piano di investimento per il potenziamento di strutture di laboratorio e di strumentazione. È infatti noto che, solo attraverso laboratori moderni e all’avanguardia, possiamo essere competitivi sui prossimi bandi europei. Si ritiene quindi necessario rinnovare i fondi per il potenziamento delle strutture di edilizia, di adeguamento della stessa e, in particolare, delle infrastrutture di ricerca.

• Infine, nelle azioni di codesto Ministero, ci preme sottolineare l’importanza di riconoscere le peculiarità del sistema universitario, senza trascurare una attenzione al comparto delle Università non statali, parte integrante del servizio pubblico, particolarmente esposto alla crisi che ha abbattuto i redditi delle famiglie conducendone molte entro le soglie della no tax area.

Coerentemente con le politiche del governo di investire in ricerca e formazione, la Conferenza inoltre chiede con forza un ripensamento significativo dei vincoli di spesa e delle limitazioni del fabbisogno che di fatto impediscono alle università gli investimenti necessari alla ripresa e alle esigenze di ricerca e formazione. La Conferenza deli Rettori delle Università Italiane, infatti, evidenzia come i generali vincoli di spesa e le limitazioni di fabbisogno previste per le pubbliche amministrazioni non possono non tener conto della specificità delle Università e del fatto che gli investimenti effettuati dal governo in questi ultimi mesi verso il sistema universitario e della ricerca rischiano di vanificarsi se non viene previsto un diverso regime in favore del sistema universitario nazionale. Nello specifico, inoltre, si ritiene di proporre l’intervento minimo riportato in Allegato 1 alla presente.

Si segnala infine che le opportunità legate al Recovery Fund hanno quale esplicita destinazione la Next generation EU, e dall’Europa è giunto con forza il richiamo a un investimento comune massiccio in conoscenza, in formazione, in infrastrutture innovative, oltre a destinare alle Università risorse importanti per la costruzione del futuro potrebbe essere una mossa accorta chiamarle anche nella fase della programmazione, quale soggetto forte e strutturalmente capace di mettere insieme progettualità concreta e capacità realizzativa.

Allegato 1: Proposte emendative alla disciplina del fabbisogno finanziario e ai limiti di spesa per il settore informatico.

Fabbisogno: Art. 1 c. 971 della legge 30 dicembre 2018, n. 145:

Le università statali concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, per il periodo 2019-2025, garantendo che il fabbisogno finanziario da esse complessivamente generato in ciascun anno non sia superiore al fabbisogno realizzato nell’anno precedente, incrementato del maggior valore fra il tasso di crescita del prodotto interno lordo (PIL) reale stabilito nell’ultima nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, di cui all’art. 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196 e il tasso di crescita nazionale delle retribuzioni, lordo amministrazione, del personale universitario dipendente nell’anno precedente, nonché delle maggiori risorse assegnate, in ciascun anno di riferimento, al Fondo per il Finanziamento Ordinario delle università, di cui all’art. 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, comma 1, lettera a). Al fine di favorire il rilancio degli investimenti e le attività di ricerca e innovazione nel territorio nazionale, i pagamenti e le riscossioni per tali finalità non concorrono al calcolo del fabbisogno finanziario. Le spese sostenute dagli atenei per il pagamento delle borse di studio degli specializzandi di area medica non concorrono al computo del fabbisogno realizzato a partire dal 2020.

Motivazione

Il nostro Paese è stato caratterizzato nell’ultimo decennio da tassi di crescita del PIL reale costantemente inferiori al 2%, peraltro con alcuni anni di recessione economica. Pur in un contesto nel quale la NADEF 2021 prevede una stima di crescita del PIL nel prossimo anno del 6%, appare opportuno introdurre un correttivo strutturale al meccanismo di crescita del fabbisogno che sia ancorato anche agli andamenti stipendiali, a tutela di quegli esercizi nei quali gli aumenti stipendiali siano più elevati della crescita del PIL. Nel biennio 2019-2020, in particolare, gli adeguamenti ISTAT al costo della vita, gli scatti e le classi stipendiali ormai biennali del personale docente e ricercatore ed i rinnovi contrattuali del personale tecnico-amministrativo, CEL e dirigente hanno inciso in maniera significativa sui prelevamenti dalla tesoreria statale da parte degli atenei. Senza la correzione di cui alla presente proposta, il superamento del fabbisogno finanziario da parte del sistema universitario nazionale sarebbe pressoché certo negli anni in cui la crescita stimata del PIL fosse inferiore a quella del monte stipendi. La misura intende inoltre evitare che gli atenei pubblici incrementino le contribuzioni studentesche quale forma di entrata propria per rientrare all’interno del limite del fabbisogno. L’aumento delle contribuzioni, infatti, appare in contraddizione con le misure messe in atto dal Governo nel decreto-legge c.d. Rilancio per abbattere il contributo omnicomprensivo dovuto dagli studenti. L’emendamento proposto, peraltro, trova una sua ratio in quanto a suo tempo stabilito, e ora norma non più operante, ossia la legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, commi 637 e 642. Con la presente proposta, infine, si intende evitare che l’intero pagamento o, in alternativa, il solo incremento 2020 delle borse di studio per le scuole di specializzazione medica influisca negativamente sul fabbisogno realizzato nel sessennio 2020-2025.

Limiti di spesa

Le disposizioni di cui all'articolo 1, commi 610 e 611, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, non si applicano alle università, alle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e agli enti pubblici di ricerca di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, e alla fondazione di cui all'articolo 4 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326.

Motivazione

In considerazione delle funzioni che gli atenei sono chiamati a svolgere in tema di didattica duale, didattica a distanza e smart working durante e dopo l’emergenza sanitaria, si propone di esentare le università in via permanente, e non solo per il 2020 come indicato nel D.L. Rilancio, dal limite specifico di spesa per il settore informatico.”

Protocollo d’intesa CRUI-CPU francese - Il Rettore Tira illustra l’Accordo quadro tra la CRUI e la CPU francese che verrà firmato in giornata e volto al rafforzamento delle relazioni accademiche tra Italia e Francia. L’Accordo promuove riflessioni strategiche tra le due Conferenze e azioni comuni tra le università dei due Paesi. Ogni tre anni un programma di lavoro congiunto specificherà i settori strategici su cui concentrare progetti e attività.

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Resoconto del 24 settembre 2020

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente passa alle comunicazioni, informando che, sulla base di quanto disposto dallo Statuto della CRUI, ha deciso di nominare quale Segretario Generale della CRUI il Rettore Francesco Adornato, il quale riceve calorose congratulazioni da parte dell’Assemblea.

Situazione normativa e provvedimenti in corso - Il Presidente riferisce che è stato pubblicato il Decreto Ministeriale n. 442 del 10/08/2020 relativo ai “Criteri di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario 2020 - Università statali e Consorzi interuniversitari”, nonché il Decreto Ministeriale n.441 del 10 agosto 2020 relativo al “Contingente assunzionale delle Università - Punti Organico 2020”.

Ripresa delle attività nelle università - L’Assemblea prende in esame la situazione riguardante la ripresa delle attività nelle università a settembre a seguito dell’interruzione dovuta all’emergenza sanitaria, anche sulla base del lavoro di ricognizione recentemente svolto dalla Commissione dei delegati per la didattica.

Aggiornamento sulle attività delle Commissioni - I Rettori Betta e Tira aggiornano l’Assemblea sulle attività delle rispettive Commissioni dei delegati per la didattica e le relazioni internazionali da loro coordinate.

Presentazione della Rete delle Università per la Pace: intervento della Prof.ssa Enza Pellecchia - Interviene alla seduta la Prof.ssa Enza Pellecchia che illustra all’Assemblea le attività della Rete Università per la Pace, network delle Università che sono già impegnate o che intendono impegnarsi per la costruzione della Pace ‘positiva’. La finalità principale della rete è la diffusione della cultura e della pratica della pace positiva, in modo da rafforzare la riconoscibilità dell’esperienza italiana a livello internazionale e di incrementare le ricadute positive delle azioni realizzate dai componenti della rete.

Le altre finalità del Network sono:

-promuovere all’interno della comunità universitaria l’attenzione alla costruzione della pace, come vocazione costitutiva dell’Accademia e come perno di tutte le discipline in essa coltivate, nelle attività di ricerca, formazione e terza missione;

-favorire la nonviolenza come approccio alla gestione dei conflitti, perseguendo la cultura del dialogo, del rispetto, dell’inclusione, della solidarietà e della condivisione, nel solco dei principi costituzionali di dignità della persona, libertà, giustizia e democrazia;

-contribuire – attraverso la ricerca – alle analisi delle cause delle disuguaglianze, del sottosviluppo e della povertà (che spesso sono causa dei conflitti armati) e al loro superamento.

Varie, eventuali e sopraggiunte - Il Rettore Ruffo riferisce relativamente all’Accordo per l’adesione alle trattative di acquisto dei diritti di accesso non esclusivi di risorse elettroniche (riviste, banche dati, e-books) e dei relativi servizi integrati. In vista del rinnovo (triennio 2021-2023) dopo il secondo triennio del suo utilizzo, gli uffici della CRUI, insieme al Gruppo CARE, hanno lavorato all’aggiornamento del testo dell’Accordo per l’adesione alle trattative di acquisto dei diritti di accesso non esclusivi di risorse elettroniche (riviste, banche, e-books) e dei relativi servizi integrati (Allegato); lo stesso è stato aggiornato alla luce dell’esperienza maturata nel periodo precedente (dal 2015 al 2020) e della nuova normativa vigente, in particolare in materia di contratti pubblici e privacy.

L’accordo si compone di un testo comune per le Università e gli Enti di ricerca che disciplina i contratti in esclusiva, garantendo in entrambi i casi il pieno rispetto delle normative vigenti in tema di contratti pubblici.

L’accordo disciplina anche le reciproche obbligazioni della CRUI e degli Enti aderenti. Per il perfezionamento dello stesso sarà necessaria una lettera di accettazione firmata dal legale rappresentante di ciascuna Istituzione nella quale verrà designato il referente delegato a trattare i rapporti con la CRUI nello specifico settore delle risorse elettroniche. L’obiettivo di tale accordo tra la CRUI e le Istituzioni (Università ed Enti di ricerca) è quella di consentire agli Enti di rendere più fluidi i processi decisionali interni di adesione ai contratti che la CRUI stipulerà, sulla base delle esigenze di ciascuna Istituzione, restando comunque assicurato il rispetto della disciplina legale.

Rimane confermata la possibilità, per gli Atenei, di far aderire all’Accordo anche le Aziende Ospedaliere Universitarie, sottoscrivendo apposita integrazione.

Per il triennio 2021-2024 si manterrà invariata la quota di contribuzione annuale assegnata agli Atenei per il triennio 2018-2020.

L’Assemblea ringrazia il Rettore Ruffo ed approva il suddetto accordo.

 

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Resoconto del 23 luglio 2020

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente passa alle comunicazioni, informando che comunica che – subito prima dell’Assemblea – si è proceduto alla sottoscrizione ufficiale dell’Accordo di collaborazione tra la CRUI e GSE (Gestore dei Servizi Energetici), che prevede – tra l’altro - la promozione della cultura della sostenibilità ambientale, dell’efficienza energetica e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili negli Atenei, attraverso progetti di ricerca, formazione e sviluppo tecnologico.

Presentazione stato avanzamento PNR - Interviene alla seduta il Prof. Filippo de Rossi che illustra all’Assemblea le linee guida del Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027, riguardo al quale ci sarà la consultazione degli stakeholders nei prossimi mesi di agosto-settembre prima dell’approvazione definitiva in Consiglio dei ministri e dell’invio al CIPE.

Parere sullo Schema di decreto recante i criteri per il riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università statali per l’anno 2020 –  Dopo ampia ed approfondita discussione l’Assemblea approva il seguente parere da inviare al MUR:

“In riferimento alla nota di codesto Ministero del 21/07/2020, prot. n.2420, relativa all’oggetto, la CRUI esprime parere favorevole.

In particolare, si esprime compiacimento per le risorse a supporto della contribuzione studentesca in risposta a una crisi economica e sociale che investirà nei prossimi mesi il nostro paese. A tale riguardo si sottolinea l’esigenza di mantenere le risorse per l’estensione della No Tax Area anche per i prossimi anni accademici.

Soddisfazione viene infine espressa dalla Conferenza per il recupero, seppure parziale, delle quote per gli scatti stipendiali e per i nuovi piani straordinari per i Ricercatori.

Entrando nello specifico dello schema di decreto, l’Assemblea ha formulato le seguenti proposte:

• Art. 4 - relativamente alle assegnazioni destinate alle università a fini perequativi secondo i criteri e le modalità di cui all’allegato 2 (e in particolare alla quota di salvaguardia), si propone che l’intervallo proposto allo 0%-3% sia modificato nell’intervallo 0%-5%, accettando la proposta del Ministero di avere una soglia minima allo 0% necessaria a preservare gli Atenei in difficoltà, ma contemporaneamente mantenendo lo stesso intervallo dello scorso anno per non demotivare quelli in crescita per le nuove iscrizioni;

• Art. 9, comma d) – si propone di non limitare al solo bimestre, naturalmente a carico dei singoli Atenei, le proroghe di dottorandi che hanno evidenziato difficoltà a chiudere i loro studi a causa della parziale indisponibilità dei laboratori e delle biblioteche delle università in questi mesi;

• Art. 9, comma d) – si propone di incrementare gli interventi di sostegno agli studenti con disabilità, secondo i criteri riportati nell’allegato 5 dello schema di decreto, probabilmente necessari dopo un così difficile semestre;

• Art. 9, comma q) – si esprime piena soddisfazione per la misura introdotta per il ripristino dell’equilibrio di genere. Si propone altresì che l’intervento previsto presenti criteri di riparto di facile implementazione, che siano indirizzati verso gli atenei che adottano il bilancio di genere e che premino misure chiare e trasparenti sul riequilibrio di genere di studenti e di reclutamento di ricercatori, in vista di piani straordinari di ricercatori.”

Parere sullo schema di decreto recante adeguamento delle linee generali di indirizzo della programmazione delle università, di cui al decreto 25 ottobre 2019 (prot. n. 989) - Dopo ampia ed approfondita discussione l’Assemblea esprime parere favorevole allo schema di decreto presentato.

Aggiornamento attività internazionalizzazione - Il Rettore Tira riferisce relativamente alle attività concernenti l’internazionalizzazione, con particolare riguardo al documento relativo alle misure di sicurezza per il rientro in aula a settembre degli studenti esteri e internazionali predisposto dalla Commissione dei delegati per l’internazionalizzazione, nonché alla sottoscrizione da parte delle Università del Protocollo d'Intesa per il Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (CUCS).

L’Assemblea designa il Rettore Tira quale referente CRUI per la Rete Scholars at Risk (SAR).

 

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Resoconto del 25 giugno 2020

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente passa alle comunicazioni, informando che nel mese di luglio il MUR trasmetterà alla CRUI, per i previsti pareri di competenza, lo schema di decreto sui criteri di distribuzione del FFO e lo schema di decreto sui punti organico.

Situazione normativa e provvedimenti in corso – Dopo ampia ed approfondita discussione l’Assemblea approva il seguente documento relativo alle modalità di ripresa delle attività didattiche anno accademico 2020/2021 nelle università:

“Il presente documento riguarda la modalità di svolgimento delle attività didattiche delle università, per il primo semestre dell’anno accademico 2020/2021, secondo quanto previsto dalla nota del Ministero dell’Università e della Ricerca del 4 maggio 2020. Esso prevede le principali misure per l’erogazione della didattica nelle aule universitarie in condizioni di sicurezza.

Le azioni suggerite in questo documento si basano su uno scenario plausibile per il primo semestre del prossimo anno accademico, presupponendo il protrarsi della pandemia a livello globale e nuovi episodi di contagio a livello locale in autunno-inverno. Escludiamo quindi sia scenari più positivi, con la scomparsa della pandemia a livello globale, per i quali sarebbe agevole ripristinare le prassi finora in uso, sia scenari più negativi, con la riproposizione del lock-down di marzo-maggio, che implicherebbero il blocco dei flussi in ingresso, rendendo vana qualsiasi azione da parte degli attori coinvolti nelle procedure di accoglienza. Si propongono, quindi, azioni e riflessioni da attuare.

PREMESSA

Il periodo di emergenza sanitaria connessa alla pandemia da SARS-CoV-2 ha portato alla necessità di adottare importanti azioni contenitive che hanno richiesto la sospensione temporanea di numerose attività.

Tra i primi interventi adottati, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 04 marzo 2020 “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale, sono stati sospesi i servizi educativi per l'infanzia di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore […], ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.

Le Università hanno prontamente reagito con forza straordinaria al periodo di lockdown attivandosi sin da subito ad erogare lezioni, esami e sessioni di laurea in modalità telematica. Si è trattato di una risposta immediata che ha richiesto agli Atenei uno sforzo incredibile di riorganizzazione dell’intera didattica. In tutto il territorio nazionale migliaia di insegnamenti del secondo semestre sono stati erogati in modalità telematica permettendo agli studenti di procedere con i propri studi e di non rallentare le loro carriere. L’Università non si è di fatto mai fermata: non solo le lezioni online, ma anche gli esami sono stati erogati in modalità telematica, così come le sessioni di laurea. Dal computer di casa in questi mesi, gli studenti hanno “frequentato le lezioni”, sostenuto esami e si sono laureati.

Dal 23 marzo 2020 il sistema di sorveglianza integrato COVID-19 coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha iniziato a registrare dapprima una stabilizzazione ed in seguito una diminuzione dei nuovi casi di COVID-19 diagnosticati in coerenza con quanto registrato dal sistema di sorveglianza aggregato coordinato dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile.

Nel rispetto delle indicazioni che perverranno dalle autorità sanitarie e in linea con la nota ministeriale del 4/05/2020 le università stanno progettando la ripresa per il primo semestre del prossimo anno accademico e comunque fino a quando perdureranno misure restrittive legate all’emergenza.

Ove possibile, la didattica verrà erogata contemporaneamente sia in presenza sia online, delineando una didattica mista che possa essere fruita nelle aule universitarie ma al contempo anche a distanza. È una scelta che non solo denota l’impegno alla riapertura volta a sottolineare l’importanza dell’Università come luogo di ricerca, di scambio e di arricchimento culturale, ma al contempo ne salvaguarda l’inclusione. Tutti gli studenti e le studentesse avranno la possibilità di seguire le lezioni anche se non potranno essere presenti fisicamente negli atenei, ad esempio i numerosi studenti internazionali che per motivi di mobilità non riusciranno ad arrivare per l’inizio del semestre, così come i tanti studenti extraregionali, e gli studenti con particolari patologie per i

quali si sconsiglia la ripresa delle attività in presenza. La modalità online permetterà inoltre di ridurre la numerosità degli studenti e delle studentesse presenti nelle aule in modo da salvaguardare il distanziamento di sicurezza imposto dalle norme sanitarie. Gli studenti potranno seguire i corsi interamente online o in presenza, e nel caso di classi numerose in modalità mista, si potranno organizzare sistemi di turnazione.

Le Università si stanno organizzando al fine di garantire in presenza tutte le attività laboratoriali, le esercitazioni e le attività esperienziali, parte integrante e imprescindibile di una formazione di qualità, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. In questi mesi le Università stanno investendo risorse per l’adeguamento di tutte le strutture tecnologiche delle aule al fine di permettere una didattica online di qualità.

IPOTESI DI RIMODULAZIONE DELLE MISURE CONTENITIVE NELL’UNIVERSITA’

Anche per le attività universitarie, pur in presenza di specificità di contesto, restano validi i principi cardine che hanno caratterizzato le scelte e gli indirizzi tecnici quali:

1. il distanziamento sociale

2. la rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti;

3. la capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale e ospedaliera.

È necessario quindi prevedere specifiche misure di sistema, organizzative, di prevenzione e protezione, igieniche e comunicative declinate nello specifico contesto delle Università, tenendo presente i criteri già individuati dal CTS per i protocolli di settore, anche facendo riferimento ai documenti di indirizzo prodotti da ISS e INAIL, ovvero:

1. Il rischio di aggregazione e affollamento e la possibilità di prevenirlo in maniera efficace nelle singole realtà e nell'accesso a queste;

2. La prossimità delle persone (es. studenti, docenti, personale ecc.) rispetto a contesti statici (es. persone tutte ferme in postazioni fisse), dinamici (persone in movimento) o misti (contemporanea presenza di persone in posizioni fisse e di altre in movimento);

3. Raccomandazione di mantenere l’uso della mascherina;

4. Il rischio connesso alle principali vie di trasmissione (droplet e contatto) in particolare alle contaminazioni da droplet in relazione alle superfici di contatto;

5. La concreta possibilità di accedere alla frequente ed efficace igiene delle mani;

6. L'adeguata aereazione negli ambienti al chiuso;

7. L'adeguata pulizia ed igienizzazione degli ambienti e delle superfici;

8. La disponibilità di una efficace informazione e comunicazione;

9. La capacità di promuovere, monitorare e controllare l'adozione delle misure definendo i conseguenti ruoli.

MISURE ORGANIZZATIVE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE PER L’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA IN PRESENZA

1. AULE. Le aule universitarie sono di molteplici tipologie, spesso all’interno di edifici storici, e in genere sono caratterizzate da “sedute fisse”, con distanze non modificabili sia lateralmente che longitudinalmente (comune è la conformazione a gradoni o anfiteatro). Solo in pochi casi, quindi, le postazioni individuali possono essere collocate a distanze predefinite, la cui applicazione può quindi portare a drastiche riduzioni di agibilità delle aule, superiori in molti casi al 70% delle capienze previste. Al fine quindi di utilizzare con efficacia sufficiente le aule universitarie, occorre introdurre un grado di flessibilità nella definizione della distanza minima prevista, prevedendo nel contempo l’uso obbligatorio delle mascherine per tutto il tempo di permanenza nelle strutture didattiche. Nelle aule con posizionamento libero delle sedute degli studenti, le postazioni devono essere collocate alla distanza minima di 1 m. Nelle aule con postazioni fisse è opportuno identificare le postazioni utilizzabili prevedendo una distanza media tra le stesse non inferiore a 1 metro e/o riducendo la capienza finale dell’aula di almeno il 50%. Alle aule, ed agli spazi universitari aperti agli studenti, si applicano procedure di sanificazione quotidiane, secondo le indicazioni dell’ISS previste nella Circolare del Ministero della Salute “Indicazioni per l’attuazione di misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 attraverso procedure di sanificazione di strutture non sanitarie (superfici, ambienti interni) e abbigliamento” in particolare nella sezione Attività di sanificazione in ambiente chiuso. Nelle aule deve essere inoltre previsto frequente ricambio d’aria (ad esempio prevendendo apertura delle finestre ad ogni cambio di lezione, e comunque non meno di 2 volte al giorno). In ogni aula, e negli spazi comuni, deve essere disponibile un dispensatore di soluzione igienizzante idroalcolica per permettere l’igiene delle mani all’ingresso in aula, favorendo comunque in via prioritaria il lavaggio delle mani con acqua e sapone neutro.

2. SPAZI COMUNI E FLUSSI. Per ogni complesso didattico, devono essere valutati i flussi di entrata ed uscita, gli spostamenti interni, le caratteristiche degli spazi comuni, ecc. e devono essere messe in atto le misure più efficaci per prevenire assembramenti al di fuori delle lezioni in aula. In particolare, è necessario programmare flussi ordinati di studenti, attraverso la predisposizione di vie di ingresso ed uscita definite ed indicate attraverso esplicita cartellonistica, definire capienza e modalità di utilizzo di aree e servizi comuni e, qualora necessario, predisporre orari di inizio delle lezioni non simultanei per permettere flussi di studenti sfalsati temporalmente.

MISURE SPECIFICHE PER I LAVORATORI (DOCENTI, PERSONALE TECNICO, AMMINISTRATIVO E DI RICERCA)

In riferimento all’adozione di misure specifiche per i lavoratori coinvolti nell’erogazione dell’attività didattica in presenza, nell’ottica del contenimento del contagio da SARS-CoV-2 e di tutela dei lavoratori “fragili”, si rimanda a quanto indicato nel protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid19” del 3 aprile 2020 e nell’art. 83 del Decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

INDICAZIONI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

È necessario predisporre iniziative di informazione sulle misure di prevenzione e protezione adottate: le Università assicureranno adeguata comunicazione, agli studenti, al personale docente e al personale tecnico amministrativo in modalità telematica (siti web, comunicazioni via mail, webinar dedicati, ecc.).

Verrà predisposta una cartellonistica, chiara e ben visibile che aiuti nella gestione dei flussi in entrata e in uscita e renda evidenti le misura di sicurezza necessarie.

LE CINQUE REGOLE PER IL RIENTRO NELLE AULE UNIVERSITARIE IN SICUREZZA

1. Se hai sintomi di infezioni respiratorie acute (febbre, tosse, raffreddore), NON venire all’Università. All’ingresso dell’Università NON è necessaria la rilevazione della temperatura corporea. Pertanto, si rimanda alla responsabilità individuale rispetto al proprio stato di salute.

2. Quando sei negli spazi comuni Universitari (aule, laboratori, spazi comuni ecc) indossa sempre una mascherina per la protezione del naso e della bocca.

3. Segui le indicazioni riportate sulla cartellonistica.

4. Nelle aule siediti solo nelle sedute permesse (saranno evidenziate da appositi segnali), evita gli assembramenti (soprattutto in entrata e uscita) e il contatto fisico.

5. Lava frequentemente le mani o usa gli appositi dispenser di soluzioni igienizzanti per tenerle pulite; evita di toccarti il viso e la mascherina.”

Varie ed eventuali - Relativamente al V ciclo di sostegno, l’Assemblea approvata la seguente mozione da trasmettere al MUR:

“Recentemente è stato inserito all’interno del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito in Legge in GU del 06 giugno 2020, il seguente comma:

Art. 2 comma 08. Ai fini dell'accesso ai percorsi per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell’università e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249, in riconoscimento dell'esperienza specifica maturata, a decorrere dal V ciclo i soggetti che nei dieci anni scolastici precedenti hanno svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, valutabili come tali ai sensi dell'articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124, sullo specifico posto di sostegno del grado cui si riferisce la procedura, accedono direttamente alle prove scritte.

Tale comma genera la necessità di una rivisitazione dell’intero regolamento di cui al sopra citato DM 249, in quanto nascono numerose problematiche che devono essere definite quanto prima.

Ad esempio, vengono a mancare sia le modalità con cui valutare il punteggio degli esentati, sia l’identificazione del numero di partecipanti alle prove preselettive da ammettere alle successive fasi concorsuali, così come andrebbe valutato se e come modificare le prove successive non più rivolte ad un numero di persone noto (il doppio dei posti disponibili), bensì rivolte ad un numero di candidati dipendenti anche dal numero degli esentati.

Dando la disponibilità della CRUI a collaborare all’individuazioni delle soluzioni migliori e compatibili con la particolare situazione degli Atenei, si chiede di procedere quanto prima essendo i bandi per gli aspiranti partecipanti aperti ed i candidati in attesa urgente di chiarimenti.”

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