Resoconto del 21 ottobre 2020

Resoconto del 21 ottobre 2020

Dopo l’approvazione all’unanimità del verbale della seduta precedente, il Presidente passa alle comunicazioni, informando che è stata richiesta al MUR una proroga sulla scadenza del 10 novembre del Decreto riguardante le misure per l’emergenza.

Situazione normativa e provvedimenti in corso - Dopo ampia ed approfondita discussione l’Assemblea approva il seguente documento da inviare al Ministro Manfredi:

“L’Assemblea della CRUI riunitasi in data 21 ottobre in modalità telematica ha avviato un’ampia analisi sulla situazione della formazione e della ricerca delle Università italiane in relazione all’attuale stato emergenziale e alle esigenze attese quando tale situazione emergenziale sarà conclusa. La Conferenza, allo scopo di dare un fattivo contributo alle politiche universitarie di codesto Ministero, ha ritenuto di sottolineare oggi alcuni elementi di prioritaria importanza, in vista della legge di stabilità attualmente in fase di definizione.

• La Conferenza ha da subito riconosciuto la tempestività con cui codesto Ministero è intervenuto con il Decreto-legge, noto come “Rilancia Italia”, per supportare l’accesso alla formazione universitaria degli studenti. L’estensione della “no tax area” e il supporto al DSU sono state risposte concrete. È però oggi importante che tale azione, nella misura di 165ml€ e 40ml€ rispettivamente per la “no tax area” e il supporto al DSU, sia confermata per i prossimi anni accademici per far fronte alle ripercussioni economiche e sociali, che la pandemia avrà in futuro.

• La crisi sanitaria ha evidenziato l’esigenza di garantire, in modo sostenibile, le borse di specializzazione. In continuità a quanto fatto quest’anno, si richiede di prevedere il finanziamento di almeno 13200 contratti statali di formazione per le scuole di specializzazione di area sanitaria, per almeno un triennio, per il riassorbimento del cosiddetto “imbuto formativo” realizzatosi nel corso degli ultimi anni.

• La Conferenza apprezza il piano straordinario di ricercatori B messo in atto dal Ministero. Ciò nonostante, segnala che è necessario potenziare il reclutamento di giovani ricercatori junior e di dottorandi, una azione urgente per cogliere le future esigenze di ricerca e di innovazione, per non creare sbilanci generazionali nelle pianificazioni del futuro reclutamento e, infine, per allinearsi agli standard internazionali di risorse investite in ricerca e alta formazione, fornendo un segnale importante di attenzione da parte del nostro Paese alla figura professionale del ricercatore. Analogamente la Conferenza richiama l’esigenza di nuove professionalità per la gestione tecnica e amministrativa degli Atenei in un momento storico di grande trasformazione e invita a un piano per il potenziamento del personale tecnico amministrativo.

• In vista del nuovo piano Horizon Europe, è indispensabile predisporre un piano di investimento per il potenziamento di strutture di laboratorio e di strumentazione. È infatti noto che, solo attraverso laboratori moderni e all’avanguardia, possiamo essere competitivi sui prossimi bandi europei. Si ritiene quindi necessario rinnovare i fondi per il potenziamento delle strutture di edilizia, di adeguamento della stessa e, in particolare, delle infrastrutture di ricerca.

• Infine, nelle azioni di codesto Ministero, ci preme sottolineare l’importanza di riconoscere le peculiarità del sistema universitario, senza trascurare una attenzione al comparto delle Università non statali, parte integrante del servizio pubblico, particolarmente esposto alla crisi che ha abbattuto i redditi delle famiglie conducendone molte entro le soglie della no tax area.

Coerentemente con le politiche del governo di investire in ricerca e formazione, la Conferenza inoltre chiede con forza un ripensamento significativo dei vincoli di spesa e delle limitazioni del fabbisogno che di fatto impediscono alle università gli investimenti necessari alla ripresa e alle esigenze di ricerca e formazione. La Conferenza deli Rettori delle Università Italiane, infatti, evidenzia come i generali vincoli di spesa e le limitazioni di fabbisogno previste per le pubbliche amministrazioni non possono non tener conto della specificità delle Università e del fatto che gli investimenti effettuati dal governo in questi ultimi mesi verso il sistema universitario e della ricerca rischiano di vanificarsi se non viene previsto un diverso regime in favore del sistema universitario nazionale. Nello specifico, inoltre, si ritiene di proporre l’intervento minimo riportato in Allegato 1 alla presente.

Si segnala infine che le opportunità legate al Recovery Fund hanno quale esplicita destinazione la Next generation EU, e dall’Europa è giunto con forza il richiamo a un investimento comune massiccio in conoscenza, in formazione, in infrastrutture innovative, oltre a destinare alle Università risorse importanti per la costruzione del futuro potrebbe essere una mossa accorta chiamarle anche nella fase della programmazione, quale soggetto forte e strutturalmente capace di mettere insieme progettualità concreta e capacità realizzativa.

Allegato 1: Proposte emendative alla disciplina del fabbisogno finanziario e ai limiti di spesa per il settore informatico.

Fabbisogno: Art. 1 c. 971 della legge 30 dicembre 2018, n. 145:

Le università statali concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, per il periodo 2019-2025, garantendo che il fabbisogno finanziario da esse complessivamente generato in ciascun anno non sia superiore al fabbisogno realizzato nell’anno precedente, incrementato del maggior valore fra il tasso di crescita del prodotto interno lordo (PIL) reale stabilito nell’ultima nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, di cui all’art. 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196 e il tasso di crescita nazionale delle retribuzioni, lordo amministrazione, del personale universitario dipendente nell’anno precedente, nonché delle maggiori risorse assegnate, in ciascun anno di riferimento, al Fondo per il Finanziamento Ordinario delle università, di cui all’art. 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, comma 1, lettera a). Al fine di favorire il rilancio degli investimenti e le attività di ricerca e innovazione nel territorio nazionale, i pagamenti e le riscossioni per tali finalità non concorrono al calcolo del fabbisogno finanziario. Le spese sostenute dagli atenei per il pagamento delle borse di studio degli specializzandi di area medica non concorrono al computo del fabbisogno realizzato a partire dal 2020.

Motivazione

Il nostro Paese è stato caratterizzato nell’ultimo decennio da tassi di crescita del PIL reale costantemente inferiori al 2%, peraltro con alcuni anni di recessione economica. Pur in un contesto nel quale la NADEF 2021 prevede una stima di crescita del PIL nel prossimo anno del 6%, appare opportuno introdurre un correttivo strutturale al meccanismo di crescita del fabbisogno che sia ancorato anche agli andamenti stipendiali, a tutela di quegli esercizi nei quali gli aumenti stipendiali siano più elevati della crescita del PIL. Nel biennio 2019-2020, in particolare, gli adeguamenti ISTAT al costo della vita, gli scatti e le classi stipendiali ormai biennali del personale docente e ricercatore ed i rinnovi contrattuali del personale tecnico-amministrativo, CEL e dirigente hanno inciso in maniera significativa sui prelevamenti dalla tesoreria statale da parte degli atenei. Senza la correzione di cui alla presente proposta, il superamento del fabbisogno finanziario da parte del sistema universitario nazionale sarebbe pressoché certo negli anni in cui la crescita stimata del PIL fosse inferiore a quella del monte stipendi. La misura intende inoltre evitare che gli atenei pubblici incrementino le contribuzioni studentesche quale forma di entrata propria per rientrare all’interno del limite del fabbisogno. L’aumento delle contribuzioni, infatti, appare in contraddizione con le misure messe in atto dal Governo nel decreto-legge c.d. Rilancio per abbattere il contributo omnicomprensivo dovuto dagli studenti. L’emendamento proposto, peraltro, trova una sua ratio in quanto a suo tempo stabilito, e ora norma non più operante, ossia la legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, commi 637 e 642. Con la presente proposta, infine, si intende evitare che l’intero pagamento o, in alternativa, il solo incremento 2020 delle borse di studio per le scuole di specializzazione medica influisca negativamente sul fabbisogno realizzato nel sessennio 2020-2025.

Limiti di spesa

Le disposizioni di cui all'articolo 1, commi 610 e 611, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, non si applicano alle università, alle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e agli enti pubblici di ricerca di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, e alla fondazione di cui all'articolo 4 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326.

Motivazione

In considerazione delle funzioni che gli atenei sono chiamati a svolgere in tema di didattica duale, didattica a distanza e smart working durante e dopo l’emergenza sanitaria, si propone di esentare le università in via permanente, e non solo per il 2020 come indicato nel D.L. Rilancio, dal limite specifico di spesa per il settore informatico.”

Protocollo d’intesa CRUI-CPU francese - Il Rettore Tira illustra l’Accordo quadro tra la CRUI e la CPU francese che verrà firmato in giornata e volto al rafforzamento delle relazioni accademiche tra Italia e Francia. L’Accordo promuove riflessioni strategiche tra le due Conferenze e azioni comuni tra le università dei due Paesi. Ogni tre anni un programma di lavoro congiunto specificherà i settori strategici su cui concentrare progetti e attività.

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